– Ora che avete sentito ciò che dice Steerforth, signor Mell, abbiate, di grazia, la bontà di smentirlo innanzi a tutta la scuola.
– Egli non può essere smentito, signore, dice la pura verità – rispose il signor Mell in mezzo a un silenzio sepolcrale; – ciò che ha detto è perfettamente vero.
– Siate così buono allora da dichiarare pubblicamente, vi prego – disse il signor Creakle, atteggiando la testa da un lato, e facendo con gli occhi il giro della scuola; – se una cosa simile sia mai venuta a mia conoscenza prima di questo momento.
– Credo non la sapeste in maniera diretta.
– Come, non la sapeste in maniera diretta? – disse il signor Creakle. – Come, disgraziato?
– Credo che non abbiate mai supposto che le mie condizioni fossero molto prospere – rispose l’insegnante. – Voi sapete qual è la mia posizione qui, e qual è stata sempre.
– Temo, se volete accennare a questo – disse il signor Creakle con le vene della fronte più gonfie che mai – che voi siate stato in una posizione addirittura falsa, e che abbiate scambiato questo istituto con una scuola di carità. Signor Mell, non ci resta che separarci. E più presto sarà, meglio.
– In questo momento stesso – rispose il signor Mell, alzandosi.
– Come vi piace – disse il signor Creakle.
– Io vi lascio, signor Creakle, e tutti voi – disse il signor Mell, dando un’occhiata in giro, e di nuovo carezzandomi pianamente sulla spalla. – Giacomo Steerforth, il migliore augurio che possa farvi, è che vi possiate vergognare un giorno di ciò che avete fatto oggi.
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