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      – Ecco, signore – egli disse inchinandosi e ridendo, e premendo insieme i due capi della cravatta sul petto – vi ringrazio, signore, vi ringrazio. – Mi sforzo di fare meglio che posso nel mio mestiere, signore.
      – I migliori fra gli uomini non fanno di più, signor Peggotty – disse Steerforth, che sapeva già il suo nome.
      – E ciò che fate anche voi, signore – disse il pescatore Peggotty, scotendo il capo – e ciò che fate, lo fate bene... benissimo. Vi ringrazio, signore. Vi sono riconoscente della vostra buona accoglienza. Io son rozzo, signore, ma disposto a servirvi... in tutti i modi, son disposto a servirvi, sì, voi mi comprendete. La mia casa non è gran che, ma è tutta a vostra disposizione se venite col signorino Davy a vederla. Io sono un lumacone, sono – disse il signor Peggotty, intendendo dire ch’era una lumaca, e che era lento ad andarsene, giacché aveva tentato di uscire alla fine di ogni sua sentenza, ed era, in un modo o nell’altro, tornato indietro; – ma io vi auguro bene a tutti e due, e vi auguro d’essere felici.
      Cam fece eco a queste parole, e noi ci separammo nella maniera più cordiale. Fui quasi tentato quella sera di parlare a Steerforth dell’Emilietta, ma non ebbi l’ardire di pronunciar quel nome, per tema ch’egli ridesse di me. Ricordo che pensai molto, e con qualche inquietudine, a ciò che m’aveva detto il signor Peggotty, ch’ella stava diventando una donna; ma giudicai che era una stupidità.
      Inosservati trasportammo i crostacei in camera nostra, e quella sera imbandimmo una magnifica cena.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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