E poi quel giorno sospirato, finalmente, mutò presto il suo posto, dalla settimana dopo la prossima, alla prossima, a questa, a posdomani, a domani, a oggi, a stasera – al momento che ero già nella diligenza di Yarmouth diretto a casa.
Ebbi molti sonni interrotti nella diligenza di Yarmouth, e molti sogni incoerenti su tutte queste cose. Ma negl’intervalli di risveglio, vedevo che il suolo fuori dello sportello non era la palestra di Salem House, e sapevo che lo strepito nelle mie orecchie non era prodotto dai colpi del signor Creakle sulla schiena di Traddles, ma dalle staffilate del cocchiere che incitava i cavalli.
VIII.
LE MIE VACANZE
UN POMERIGGIO PARTICOLARMENTE BEATO
Arrivato, prima di giorno, all’albergo dove la diligenza si fermava – non era quello in cui serviva il cameriere mio amico – fui condotto in una bella camera, che aveva il nome di Delfino dipinto sull’uscio. Nonostante il tè servitomi innanzi a un gran fuoco nella sala da basso, sentivo molto freddo; e fui lieto di coricarmi nel letto di Delfino, avvolgermi intorno alla testa le lenzuola di Delfino e addormentarmi.
Barkis, il vetturale, doveva venire a chiamarmi la mattina alle nove. Mi levai alle otto, un po’ intontito per aver riposato così poco in una notte, ed ero già pronto a rimettermi in viaggio prima del tempo stabilito. Egli mi ricevé precisamente come se lo avessi lasciato per andare a cambiare uno scellino, o per un’inezia dello stesso genere.
Non appena io e il mio baule fummo sul carro, e il vetturale fu seduto, il pigro cavallo si mise in moto al solito passo.
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