Dopo sparecchiò la tavola; dopo si presentò con un altro cappello in testa, e la scatola da lavoro, e la fettuccia della misura; e il moccolo di candela, precisamente come una volta.
Ci sedemmo intorno al fuoco, e conversammo deliziosamente. Io parlai della crudeltà di Creakle e mi compiansero molto. Le intrattenni sulla bellezza di Steerforth e della protezione ch’egli mi accordava, e Peggotty disse che avrebbe fatto un viaggio di venti miglia per vederlo. Mi presi il bimbo nelle braccia quando si svegliò e lo cullai teneramente. Quando si riaddormentò, mi feci a fianco di mia madre, secondo l’antica abitudine, da lungo tempo interrotta, e me ne stetti con le braccia intorno alla sua vita, e il capo sulla sua spalla, e ancora una volta sentii la sua bella chioma avvolgermi – come l’ala d’un angelo, pensavo, ricordo – e mi sentii veramente beato.
Mentre me ne stavo così, fissando il fuoco, e contemplando delle figurazioni nei carboni accesi, credevo quasi di non essermi allontanato mai; che il signore e la signorina Murdstone fossero in quelle figurazioni del focolare e sarebbero svaniti a un nuovo movimento dei carboni; e che non c’era nulla di vero in ciò che ricordavo, tranne mia madre, Peggotty e me.
Peggotty se ne stette a rammendare una calza finché poté vederci, e poi se la tenne infilata nella sinistra come un guanto, pronta, con l’ago nella destra, a dare un altro punto tutte le volte che c’era una fiammata. Non indovino a chi appartenessero tutte quelle calze che Peggotty era sempre affaccendata a rammendare, o donde le venisse quella inesauribile provvista di calze in necessità di rammendi.
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