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      Naturalmente egli vuol bene a quella certa persona, per me; ed agisce soltanto per suo bene. Di questo egli è miglior giudice di me, perché io so bene d’essere una donna debole, senza discernimento, quasi una bambina ancora; e ch’egli è un uomo serio e a modo. E si prende – disse mia madre, con le lagrime che la sua affettuosa natura le spremeva, e nascondendo il viso – si prende la maggior pena per me; e io gli dovrei essere molto grata, devota anche nei pensieri; e quando non lo sono, Peggotty, mi biasimo e mi condanno da me, e dubito del mio stesso cuore, e non so che fare.
      Peggotty se ne stava col mento sul piede della calza contemplando in silenzio il fuoco.
      – Senti, Peggotty – disse mia madre, mutando di tono – non ci martoriamo fra noi, perché non potrei sopportarlo. Se ho un’amica sincera al mondo, sei tu, lo so. Quand’io ti dico sciocca o cattiva o qualche cosa di simile, Peggotty, intendo dire che mi sei una vera amica, come mi sei sempre stata, dalla sera che il signor Copperfield mi portò a casa qui, e tu venisti al cancello a incontrarmi.,
      Peggotty non indugiò a rispondere e a ratificare il trattato di amicizia, col darmi uno dei suoi migliori abbracci. Credo che anche allora avessi qualche sentore del vero carattere di questa conversazione; ma ora son certo che la buona donna l’avesse creata e sostenuta, semplicemente per dare a mia madre la consolazione di contraddirla un poco. L’espediente ebbe il maggior effetto, perché ricordo che per il resto della serata mia madre parve respirasse con più agio, e che Peggotty la osservasse meno.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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