Ma non potei fare a meno dall’osservare che egli giudicava d’aver trovato un mezzo meraviglioso per esprimersi limpidamente, piacevolmente e incisivamente, senza la fatica di conversare. Perciò sorrise manifestamente di soddisfazione per qualche tempo, e poi si volse di nuovo a Peggotty, ripetendo: «State veramente meglio?», e si spinse verso di noi come prima, finché quasi un cuneo mi tolse il respiro. E poi fece un’altra incursione su di noi con la stessa domanda e con lo stesso risultato. Finalmente, quando lo vedevo sulle mosse di far lo stesso movimento, mi levavo in piedi con la scusa di guardare il paesaggio; e mi rimettevo a sedere piuttosto stizzito.
Egli si mostrò poi così gentile da fermarsi a un albergo espressamente per noi, e di farci rifocillare con un arrosto e della birra. Una volta che Peggotty era nell’atto di bere, egli fece uno di quei suoi memorabili approcci, e mancò poco non la facesse soffocare. Ma come ci avvicinavamo alla fine del viaggio, egli ebbe più da fare e meno tempo di mostrarsi galante; e quando toccammo il selciato di Yarmouth, eravamo tutti e tre tanto scossi, e davamo tali sobbalzi, che credo non ci fosse agio di pensare ad altro.
Il pescatore Peggotty e Cam ci aspettavano al solito punto. Accolsero me e Peggotty nella maniera più cordiale, e strinsero la mano a Barkis, che, col cappello dietro il capo e uno sguardo di confusione in faccia che lo impacciava tutto, si mostrava, credo, piuttosto intontito. Ciascuno si prese uno dei bauli di Peggotty, e stavamo per avviarci, quando Barkis mi fece solennemente cenno col dito di raggiungerlo sotto un arco.
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