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      – domandai.
      – Sì, si chiama così! – esclamò il pescatore Peggotty, volgendosi a Cam. – Sapevo che era qualche cosa di simile.
      – Tu dicevi Rudderford – osservò Cam ridendo.
      – Bene – ribatté il signor Peggotty: – è quasi lo stesso. E come sta intanto?
      – Stava benissimo quando l’ho lasciato.
      – Un vero amico, quello! – disse il pescatore Peggotty, togliendosi di bocca la pipa. – Un vero amico, se si tratta d’amici. Che il Signore mi perdoni, se non fa piacere soltanto a guardarlo.
      – E bellissimo, non è vero? – dissi col cuore infervorato dalla lode.
      – Bello! – esclamò il pescatore Peggotty. – Ti guarda come... come un... non so, veramente, come ti guarda... È così risoluto.
      – Sì, proprio così – io dissi. – È coraggioso come un leone, e d’una sincerità che potete facilmente immaginare, signor Peggotty.
      – Ed io immagino – disse il pescatore Peggotty, guardandomi a traverso una nuvola di fumo – che in fatto di studio, lasci indietro tutti.
      – Sì – dissi, incantato – egli sa tutto ed ha un’abilità straordinaria.
      – Un vero amico! – mormorò il pescatore Peggotty, scotendo gravemente il capo.
      – Sembra che nulla gli costi fatica – io dissi. – Impara una lezione soltanto a leggerla una volta. È il miglior giocatore di palla che si sia mai visto. A dama vi darà quante pedine vorrete, e vi batterà con la maggior facilità possibile.
      Il pescatore Peggotty scosse un’altra volta il capo, come per dire: «È naturale».
      – Parla poi – proseguii – che non c’è chi lo sorpassi; e non so che direste, se lo sentiste cantare, signor Peggotty.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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