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      Siccome non fece allusione di sorta a quel suo fagottino, si pensò, quando se ne fu andato, che l’avesse dimenticato per distrazione. Cam gli corse dietro per restituirglielo, ma ritornò con la notizia ch’era destinato a Peggotty. Dopo quell’avvenimento, egli apparve ogni sera esattamente alla stessa ora, e sempre con un fagottino, al quale non alludeva mai e che lasciava dietro la porta, regolarmente abbandonandolo. Quelle sue offerte affettuose erano della specie più varia e inaspettata. Fra esse ricordo due paia di zampe di maiale, un grosso cuscinetto da spilli, mezzo staio circa di mele, un paio di orecchini di vetro colorato, un mazzo di cipolle spagnuole, una scatola di domino, un canarino in una gabbia e un prosciutto salato.
      La corte che faceva Barkis a Peggotty era, come la ricordo, assolutamente d’una specie particolarissima. Di rado egli diceva qualcosa; ma si sedeva accanto al fuoco nello stesso atteggiamento che aveva sul carro, e guardava gravemente Peggotty, che sedeva al lato opposto. Una sera, ispirato, immagino, dall’amore, diede un balzo sul moccolo di candela che serviva a lei per incerare il filo, se lo mise in tasca nella sottoveste, e se lo portò via. Dopo, il suo maggior piacere era di cavarlo, quando occorreva, di tasca – lo spiccicava dalla fodera mezzo liquefatto – e se lo serbava gelosamente di nuovo, dopo che aveva servito. Pareva che godesse un mondo in silenzio, e non si sentiva affatto in dovere di parlare. Anche quando conduceva Peggotty per una passeggiata sulla spiaggia, credo non facesse molti sforzi per essere loquace, contentandosi di chiederle, di tanto in tanto, se stesse bene; e ricordo che a volte, dopo che se n’era andato, Peggotty si gettava il grembiule sulla faccia, e rideva per una mezz’ora.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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