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      In prigione v’era un circolo nel quale il signor Micawber, come gentiluomo, era una grande autorità. Il signor Micawber aveva partecipato questa sua idea della petizione, e il circolo l’aveva approvata con entusiasmo. Quindi il signor Micawber (che era un cuor d’oro, e d’una attività straordinaria in tutto ciò che non riguardava direttamente la sua professione, e non mai più beato di quando poteva occuparsi di cose che non gli potevano dare alcun profitto) si mise a lavorare alla petizione, l’abbozzò, la ricopiò con una bellissima scrittura su un immenso foglio di carta, la distese sul tavolino, e fissò un’ora per tutto il circolo e per tutti i prigionieri, che volessero andare in camera sua a firmarla.
      Quando seppi della cerimonia imminente, ero in tanta ansia di vederli arrivar tutti, l’uno dopo l’altro, benché li conoscessi la maggior parte, e io fossi da loro conosciuto, che chiesi un congedo d’un’ora da Murdstone e Grinby, e andai a mettermi in osservazione in un angolo. Tanti dei principali membri del circolo, che potevano entrar nella stanza senza riempirla, circondavano il signor Micawber di fronte alla petizione, mentre il mio vecchio amico capitano Hopkins (che s’era levato per fare onore a quella solennità) le stava da presso, per leggerla a quanti non ne conoscevano il contenuto. La porta fu spalancata, e tutta la popolazione cominciò a entrare in una lunga fila; parecchi aspettavano di fuori, mentre uno entrava, apponeva la firma e usciva. A ciascuno, l’uno dopo l’altro, il capitano Hopkins diceva: «L’avete letta?


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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