Il giorno seguente mi dimostrò, mentre il mio spirito era nella prima agitazione di ciò che aveva ideato, che la signora Micawber non aveva parlato a vanvera della loro partenza. Fissarono la loro dimora nella casa dov’io abitavo, per una settimana; e quindi dovevano partire per Plymouth. Lo stesso signor Micawber venne al magazzino, nel pomeriggio, a dire al signor Quinion, facendogli di me le più ampie lodi, che certo meritavo, che mi doveva lasciare il giorno della sua partenza. E il signor Quinion, fece chiamare Tipp, il vetturale, che era ammogliato e aveva una camera da appigionare, e trattò con lui per il mio alloggio – con nostro mutuo accordo, com’egli aveva ragione di credere; perché io non dissi nulla della risoluzione da me presa.
Passai le serate col signore e la signora Micawber, durante gli ultimi giorni della loro permanenza sotto il mio stesso tetto; e credo che di giorno in giorno ci legassimo di affetto sempre maggiore. L’ultima domenica m’invitarono a desinare con loro, e mangiammo costate di maiale in salsa e un budino. La sera innanzi avevo comprato un cavallo di legno, come regalo della partenza al piccolo Wilkins Micawber – il ragazzo – e una bambola alla piccola Emma. Avevo anche dato uno scellino all’orfana, che veniva congedata.
Benché fossimo sensibilmente rattristati della imminente separazione, passammo una bella giornata.
– Non potrò mai, Copperfield – disse la signora Micawber – ripensare al periodo in cui mio marito si dibatteva negli imbarazzi, senza ricordarmi di te.
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