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      La tua condotta è stata sempre della massima delicatezza e bontà. Tu non sei stato mai un pensionante, ma un amico.
      – Mia cara – disse il signor MicawberCopperfield – perché così egli era solito chiamarmi da qualche tempo – ha un cuore che soffre delle sventure dei suoi simili quando sono dietro una nuvola, e una testa che ragiona, e una mano che... insomma, un’intelligenza che sa trar vantaggio dagli oggetti di cui si può fare a meno.
      Espressi la mia riconoscenza per questa lode, e dissi d’esser molto addolorato di doverci separare.
      – Mio giovane e carissimo amico – disse il signor Micawber; – io sono più vecchio di te; ho già qualche esperienza della vita, e ho già qualche esperienza, insomma, generalmente parlando, delle difficoltà. In questo momento, e finché non si volti la carta (cosa, che, posso dire, sto aspettando d’ora in ora), non ho da offrirti altro che i miei consigli. Pure mette conto di seguire i miei consigli anche perché... insomma, perché neppur io li ho seguiti e sono – e qui il signor Micawber, che era tutto sorridente e radioso, a un tratto si fermò e s’accigliò – quel miserabile che tu puoi vedere.
      – Mio caro Micawber! – esclamò sua moglie.
      – Ripeto – rispose il signor Micawber, smarrendosi e di bel nuovo sorridendo – quel miserabile che tu puoi vedere. Il mio consiglio si è, di non far domani quello che puoi far oggi. La procrastinazione è un furto fatto alla vita. Acciuffa la fortuna per i capelli.
      – La massima del mio povero papà – osservò la signora Micawber.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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