– Copperfield – disse la signora Micawber – Dio ti benedica! Io non potrò mai dimenticar nulla, e non vorrei, se lo potessi!
– Copperfield – disse il signor Micawber – addio! Tutti gli auguri di felicità e di prosperità. Se, nel giro degli anni futuri, io potessi persuadermi che il mio sciagurato destino t’avrà servito di lezione, sentirò di non aver occupato del tutto invano il posto d’un altro nella vita. In caso che la carta si volti (cosa nella quale ho una certa fiducia), sarei veramente felice, se fosse in mio potere, di esaudire le tue speranze.
Credo che alla signora Micawber, che stava di dietro coi bambini e che mi vide sulla strada guardarli tristemente, si togliesse d’improvviso un velo dagli occhi, accorgendosi come d’una cosa nuova della mia estrema giovinezza. Lo credo, perché mi fece cenno di arrampicarmi, mostrando in viso un’espressione assolutamente materna e musata, e mi cinse con le braccia il collo, e mi diede un bacio quale avrebbe potuto dare a un suo figliuolo. Ebbi appena il tempo di scender, prima che la diligenza si movesse, e potei appena veder la famiglia tra i fazzoletti che s’agitavano. Tutto finì in un minuto. L’orfana e io rimanemmo, in mezzo alla strada, a guardarci melanconicamente a vicenda, e poi ci stringemmo le mani, dicendoci addio; lei per tornare, credo, nell’ospizio di San Luca; io per cominciare la mia triste giornata da Murdstone e Grinby.
Ma non con l’intenzione di passarvi molte altre tristi giornate. No. Avevo risoluto di fuggire.
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