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      Osservai specialmente che aveva gli occhi vivi e penetranti. La capigliatura, che era grigia, la portava pettinata in due bande lisce sotto una specie di cappellino, molto comune a quel tempo, con certe linguette laterali che si legavan sotto il mento. Indossava una gonna del colore della lavanda, perfettamente linda, e attillatissima, quasi perché fosse il meno possibile ingombrante. Pareva, così senza alcuna superfluità, piuttosto un vestito da amazzone che altro. Ella aveva poi al fianco un orologio da uomo, a giudicar dalla grandezza e dalla forma, con catena e suggelli; e portava al collo una striscetta di tela inamidata non dissimile da un solino, e all’estremità delle braccia due maniche che avevan tutto l’aspetto di polsini.
      Il signor Dick, come ho già osservato, aveva la testa grigia e l’aspetto florido; e così dicendo avrei detto tutto, se non avesse avuto la testa stranamente incurvata – non dall’età: mi rammentava le teste dei ragazzi del signor Creakle dopo che erano stati battuti – e gli occhi grigi, grossi e prominenti, con una strana specie d’umida lucentezza che me lo fece, insieme con la sua maniera distratta e la sua sottomissione a mia zia, e la sua gioia infantile, quand’ella lo lodava, sospettare un po’ matto; benché non sapessi minutamente spiegarmi come si trovasse lì, essendo matto. Era vestito comunemente con un soprabito, una sottoveste grigia e un paio di calzoni bianchi; e aveva l’orologio in un taschino alla cintura e del denaro nelle tasche: che faceva tintinnare, come se ne fosse immensamente orgoglioso.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Dick Creakle