– Son fondate in parte sulla conoscenza che ho di lui e in parte sui mezzi e le risorse di cui dispongo. Io non ne ho da rispondere che a me stesso. Mi son regolato e mi regolo in forza delle mie opinioni, e non ho più nulla da dire. È abbastanza se dico che ho affidato questo ragazzo alla sorveglianza d’un amico in un commercio onorevole; ma questo a lui non è garbato, ed è fuggito, e s’è dato a vagabondare per la campagna, ed è venuto qui coperto di cenci ad appellarsene a voi, signora Trotwood. Desidero di farvi considerare dignitosamente le esatte conseguenze, fin dove m’è possibile vederle, del vostro patrocinio in questa faccenda.
– Ma parliamo prima del commercio onorevole – disse mia zia. – Se fosse stato vostro figlio, credete che lo avreste messo nello stesso commercio onorevole?
– Se fosse stato il figlio di mio fratello – rispose la signorina Murdstone, entrando in discussione – il suo carattere, ne son certa, sarebbe stato assolutamente diverso.
– O se quella povera piccina, sua madre, fosse stata viva, credete che egli sarebbe stato messo in quel commercio onorevole?
— Credo – disse il signor Murdstone, con una inclinazione della testa – che Clara non si sarebbe opposta che io e mia sorella Giovanna Murdstone ci fossimo accordati sul miglior partito da prendere.
La signorina Murdstone confermò ciò che diceva suo fratello, con un brontolìo.
– Uhm! – disse mia zia – disgraziata piccina!
Il signor Dick, che nel frattempo s’era occupato a far tintinnare in tasca il suo denaro, ora lo faceva tintinnare così rumorosamente, che a mia zia parve necessario di frenarlo con uno sguardo prima di dire:
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Trotwood Murdstone Murdstone Clara Giovanna Murdstone Murdstone Dick
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