La signora Betsey, senza badare affatto all’interruzione, continuò a rivolgersi al signor Murdstone, come se non fosse esistita mai la signorina Murdstone.
– Signor Murdstone – ella disse, agitando l’indice contro di lui – voi foste un tiranno per quell’ingenua piccina, e le infrangeste il cuore. Io so che era una bambina affettuosa... lo sapevo molti anni prima che la vedeste voi, e voi la feriste mortalmente nella parte migliore della sua tenerezza e della sua debolezza. Questa è la precisa verità... per vostra consolazione, vi dispiaccia o no. E voi e i vostri strumenti fatene tutto quel pro che saprete.
– Permettetemi di chiedervi, signora Trotwood – interruppe la signorina Murdstone – chi intendete chiamare, con una scelta di parole che mi riescono nuove, gli strumenti di mio fratello?
D’una sordità marmorea a quella voce, e perfettamente incommossa, la signora Betsey proseguì il suo discorso.
– Era abbastanza chiaro, come v’ho detto, molti anni prima che la vedeste voi... e il perché, nei fini misteriosi della Provvidenza la dovevate veder voi, non è cosa penetrabile dalla ragione umana... era abbastanza chiaro che quella povera tenera creatura sarebbe finita, prima o poi, col rimaritarsi; ma speravo che non ne sarebbe venuto tutto il male che n’è venuto: fu quando diede alla luce questo bambino – disse mia zia, per mezzo del quale voi dopo poteste tormentarla: questo vi rimorde ora e vi rende odiosa perfino la sua vista. Sì, sì: è inutile recalcitrare proseguì mia zia. – Non ho bisogno di vedervi per sapere la verità.
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