Infatti, correva fra noi un aneddoto (non so, e non seppi mai da chi riferito la prima volta; ma l’ho creduto per tanti anni, che son più che sicuro della sua autenticità), che in una rigidissima giornata d’inverno, egli avesse dato veramente un paio di gambali di lana a una mendicante, la quale, mostrando di porta in porta un bel bambino involto in quegli indumenti, universalmente noti come appartenenti al dottore, fu cagione di qualche scandalo nei dintorni della cattedrale. La leggenda aggiungeva che il solo a non riconoscerli fosse lo stesso dottore, il quale, quando furono messi in mostra, breve tempo dopo, sulla porta di una botteguccia di non molto buona reputazione, dove simile mercanzia era accettata in cambio di ginepro, fu più d’una volta veduto maneggiarli con segni di approvazione, come in atto d’ammirazione per qualche curiosa novità del modello, di gran lunga migliore di quello da lui adottato.
Era bello vedere il dottore con la giovane e graziosa moglie. Egli aveva una maniera delicatamente paterna di mostrarle il suo affetto, che sembrava, per sé sola, rivelare la bontà dell’uomo. Li vedevo spesso passeggiare nel giardino presso le spalliere delle pesche, e a volte mi fu dato di osservarli più da vicino nello studio o nel salotto. Mi sembrava ch’ella avesse molto a cuore il dottore, e che gli volesse un gran bene, benché non la credessi ardentemente interessata nel dizionario, del quale il dottore portava sempre in tasca e nella fodera del cappello voluminosi frammenti per mostrarli e spiegarli a lei a suo agio durante la passeggiata.
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