No. Dissi: «Ora, Annie, dimmi la verità: il tuo cuore è libero?». «Mamma – essa disse piangendo – io sono molto giovane» cosa perfettamente vera, «e non so neppure se io abbia un cuore». Allora, mia cara», dissi io, «puoi esser certa che è libero. A ogni modo, amor mio», dissi, «il dottor Strong è in grande ansia e bisogna dargli una risposta. Non si può tenerlo così sospeso». «Mamma», disse Annie, sempre piangendo, «sarebbe egli infelice senza di me? Se mai, io l’onoro e lo rispetto tanto che credo che lo sposerò». E così fu stabilito. E allora, e non prima d’allora, dissi ad Annie: «Annie, il dottor Strong non solo sarà tuo marito, ma rappresenterà la buon’anima di tuo padre: rappresenterà il capo della nostra famiglia, rappresenterà la saggezza, il grado, e posso dire il patrimonio, della nostra famiglia; e sarà, insomma, la sua fortuna». – Dissi così allora, e lo ripeto oggi di nuovo. Se ho qualche merito; è la coerenza.
La figliuola era rimasta silenziosa e calma durante questo discorso, con gli occhi fissi al pavimento; e il cugino le stava a fianco, a fissare il pavimento anche lui. Ella allora disse piano, con voce tremante:
– Mamma, hai finito, spero?
– No, mia cara Annie – rispose il Vecchio Soldato – non ho finito ancora. Deploro che tu veramente non ti mostri molto affettuosa verso il tuo sangue; e giacché non serve lagnarmene con te, intendo lagnarmene con tuo marito. Ora, caro dottore, guarda quella stupida di tua moglie! Siccome il dottore volse il suo dolce profilo verso la moglie, col suo solito sorriso d’ingenua gentilezza, ella abbassò un po’ la testa.
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