Dopo un’altra scarica di evviva al dottore, e un’altra per la moglie del dottore, i ragazzi si sbandarono, e io ritornai in casa fra gli ospiti che, tutti in gruppo e in piedi intorno al dottore, parlavano della partenza di Jack Maldon, e di come egli l’aveva affrontata, di come l’aveva sentita, e di altre cose della stessa specie. In mezzo a queste ciarle, la signora Markleham esclamò: «E Annie dov’è?».
Annie non c’era, e quando fu chiamata, Annie non rispose. Si precipitarono tutti in folla fuori della stanza per veder che fosse successo, e fu trovata distesa sul pavimento del vestibolo. Vi fu un gran spavento in principio; ma poi si vide che era uno svenimento, e ch’ella cominciava a rinvenire mercé i soccorsi che s’apprestano in casi simili. Il dottore, che le teneva la testa sul ginocchio, allontanandole con la mano i riccioli dalla fronte, disse, guardando intorno:
– Povera Annie! È tanto affettuosa e cara! È stato per la partenza del suo vecchio compagno di giuochi, il suo diletto cugino. Ah, peccato! Mi dispiace tanto!
Quando aprì gli occhi, e vide dov’era, e che tutti le stavano intorno, ella si levò, aiutata, volgendo la testa, mentre si levava, per metterla sulla spalla del dottore, o per nasconderla, veramente non so. Noi rientrammo nel salotto, per lasciarla con la madre e il dottore; ma ella disse che si sentiva meglio di come s’era sentita fin dalla mattina, e che preferiva esser ricondotta fra noi: così ci raggiunse, bianca e spossata, mi parve; e si sedette sul canapè.
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