– La prima volta ch’egli venne – disse il signor Dick – era... aspetta... milleseicentoquarantanove è la data dell’esecuzione di Carlo I. Mi pare che tu mi dicessi milleseicentoquarantanove?
– Sì, signore.
– Non so come possa darsi – disse il signor Dick, tristemente confuso e scotendo il capo. – Non mi pare d’essere tanto vecchio.
– Fu in quell’anno che apparve quell’uomo? – io chiesi.
– Veramente – disse il signor Dick – non capisco come possa essere stato in quell’anno, Trotwood. Quella data l’hai letta nella storia?
– Sì, signore.
– Credo che la storia non dica mai bugie, no? – disse il signor Dick con un raggio di speranza.
– Oh, no – risposi con la massima fermezza.
Ero ingenuo e giovane, e così credevo.
– Non me ne so dar ragione – disse il signor Dick, scotendo il capo. – È stato commesso, chi sa come, un errore. Però la prima volta che si vide quell’uomo fu subito dopo che fu commesso lo sbaglio di mettere un po’ della confusione della testa di Carlo I nella mia. Dopo il tè passeggiavo con la signora Trotwood, ed era già buio, quand’eccoti quell’uomo vicino a casa.
– Andava a zonzo? – chiesi.
– A zonzo? – ripeté il signor Dick. – Aspetta. Debbo ricordarmene. N... no, no. Non andava a zonzo.
Domandai, come il mezzo più breve per saperlo, che cosa facesse.
– Ecco – disse il signor Dick – non c’era affatto, finché non sorse accanto a lei, a parlarle sottovoce. Allora lei si voltò, e svenne, ed io stetti a guardarlo, e vidi che se n’andava, ma che dovesse poi nascondersi d’allora (sotto o chi sa dove) è una cosa veramente strana.
| |
Dick Carlo I Dick Dick Trotwood Dick Dick Carlo I Trotwood Dick Aspetta Dick
|