– A che cosa, signora?
– Ai carboni – disse la signora Micawber. – Al commercio dei carboni. Mio marito fu indotto a credere, dopo aver assunto informazioni, che un uomo del suo ingegno potesse avere occasione di svilupparsi nel commercio dei carboni di Meadway. Allora, come mio marito disse molto giustamente, il primo passo da fare era chiaro: venire a vedere il Meadway. E siamo venuti a vederlo. Dico «noi», signorino Copperfield, perché io non abbandonerò mai – disse la signora Micawber commossa – mai e poi mai il signor Micawber.
Con un mormorio espressi la mia approvazione e la mia ammirazione.
– Siamo venuti – ripeté la signora Micawber – a vedere il Meadway. La mia opinione intorno al commercio dei carboni su quel fiume si è, che esso può aver bisogno di capitale. D’ingegno, mio marito ne ha; di capitale, mio marito non ne ha. Abbiamo visto, credo, la maggior parte del Meadway; e questa è la mia personale convinzione. E trovandoci così vicini, mio marito considerò che sarebbe stata una sciocchezza non venir fin qui a veder la Cattedrale. Primo, perché è degna d’esser veduta; e noi non l’avevamo mai veduta; secondo, per la gran probabilità di imbatterci in qualche occasione nella città della Cattedrale. Non abbiamo trovato ancora nulla; e non ti sorprenderai, mio caro signorino Copperfield, come farebbe un estraneo, d’apprendere che stiamo ora aspettando un vaglia da Londra, per soddisfare le obbligazioni pecuniarie da noi contratte in questo albergo. Fino all’arrivo di questo vaglia – disse la signora Micawber con molto sentimento – mi è intercettata qualunque comunicazione con casa mia (alludo all’alloggio in Pentonville), col mio ragazzo e la mia ragazza, e coi gemelli.
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