Sentivo la massima simpatia per il signore e la signora Micawber in quelle loro difficilissime circostanze, e lo dissi al signor Micawber, che riapparve appunto in quell’istante; aggiungendo che avrei voluto possedere denaro abbastanza per prestar loro la somma di cui avevano bisogno. La risposta del signor Micawber indicava il turbamento del suo spirito. Egli disse, stringendomi la mano: «Copperfield, tu sei veramente un amico, ma quando non c’è più via di uscita, c’è sempre qualcuno che ha un arnese per radersi». A questa tremenda allusione la signora Micawber gettò le braccia intorno al collo del marito, supplicandolo di calmarsi. Egli si mise a piangere; ma quasi immediatamente si riebbe, e sonò per il cameriere, ordinandogli, per la mattina a colazione, del rognone allo spiedo e un piatto di gamberi.
Quando mi congedai, mi pregarono tanto d’andare a pranzo con loro prima che se n’andassero, che non potei rifiutare. Ma, siccome non potevo andare il giorno dopo – avevo molti compiti da fare la sera – il signor Micawber si propose di venir nella mattinata a farmi una visita in iscuola (aveva il presentimento che il vaglia gli sarebbe arrivato a quell’ora alla posta) a fissare il pranzo per il giorno seguente se non avessi avuto nulla in contrario. La mattina quindi ebbi una chiamata in iscuola, e nel salotto trovai il signor Micawber, che mi annunziò che il pranzo avrebbe avuto luogo secondo s’era fissato. Quando gli chiesi se il vaglia gli fosse arrivato, egli mi strinse la mano e se n’andò.
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