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      Non dico nulla di tenero alla signorina Shepherd; ma noi ci comprendiamo. La signorina Shepherd e io non viviamo che per essere uniti.
      Mi domando perché regalo segretamente alla signorina Shepherd dodici noci del Brasile? Esse non son simbolo d’affetto, non si lasciano stringere facilmente in un pacchetto di forma regolare, sono dure a schiacciare, anche tra due porte, e, schiacciate, sono oleose; pure mi sembrano molto adatte alla signorina Shepherd. Biscotti morbidi, biscotti mandorlati, anche, ne porto sempre alla signorina Shepherd; e arance innumerevoli. Una volta, bacio la signorina Shepherd nel camerino del guardaroba. Estasi! Qual non fu la mia indignazione e la mia disperazione quando, il giorno dopo, corse la voce che le signorine Nettingall avevano punito la signorina Shepherd per aver voltato le punte dei piedi in dentro nel camminare.
      Pervaso tutto dalla signorina Shepherd, fisso continuamente alla visione della signorina Shepherd, come avviene poi che io la rompa con lei? Non so capire. E pure c’è subito una certa freddezza fra la signorina Shepherd e me. Delle voci mi giungono che la signorina Shepherd abbia detto ch’ella avrebbe voluto che io non la guardassi con tanta insistenza, e che abbia confessato la sua preferenza per il signorino Jones... per Jones! un ragazzo che non vale una buccia di fico! L’abisso fra me e la signorina Shepherd s’allarga. Finalmente, un giorno, incontro a passeggio le allieve delle signorine Nettingall. La signorina fa una smorfia passando, e si mette a ridere con la sua compagna.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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