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      Dovevamo recarci a prendere il tè dal dottore. Andammo all’ora solita; e trovammo, innanzi al caminetto dello studio, il dottore, con sua moglie e la madre di lei. Il dottore, che dava alla mia escursione l’importanza di un viaggio in Cina, mi ricevette come un ospite di grande importanza; e volle che un gran ceppo fosse buttato sul fuoco, per poter vedere il volto del suo ex scolaro arrossarsi a quella fiamma.
      – Io non vedrò molti altri visi nuovi al posto di Trotwood, Wickfield – disse il dottore, scaldandosi le inani; – sto diventando pigro, e ho bisogno di riposo. Fra sei mesi lascerò i miei ragazzi in altre mani, e condurrò una vita più tranquilla.
      – È da dieci anni che dite così, dottore – rispose il signor Wickfield.
      – Ma ora lo dico sul serio – rispose il dottore. – L’insegnante capo prenderà il mio posto... Lo dico sul serio, finalmente... e voi dovete redigere il contratto, e legarci ai nostri patti come un paio di bricconi.
      – E badare anche – disse il signor Wickfield – che non vi si metta nel sacco, eh? Perché vi ci metterebbero certamente, in un contratto che fosse formulato da voi. Ebbene, son pronto! Vi son compiti peggiori, nella mia professione.
      – E allora non avrò da pensare ad altro – disse il dottore, con un sorriso – che al mio dizionario; e a quest’altro contratto già firmato: Annie.
      Mentre il signor Wickfield le volgeva lo sguardo sedendo al tavolino da tè accanto ad Agnese, la signora Strong pareva lo sfuggisse con tale insolita esitazione e timidezza, ch’egli la fissò con maggiore attenzione, come per un pensiero sortogli improvvisamente.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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