Pagina (413/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tu sei un bel ragazzo, Copperfield. Proprio come eri una volta, ora che ti guardo. Tale e quale come una volta!
      – Io ti ho riconosciuto immediatamente – dissi – anche perché tu sei più facilmente riconoscibile.
      Sorrise, mentre si ficcava le dita tra i folti riccioli della chioma, e riprese allegramente:
      – Sì, come mi vedi, sono in pellegrinaggio filiale. Mia madre abita un po’ lontano dalla città; e perché le strade sono pessime e la casa è piuttosto noiosa, mi son fermato qui stasera. È da cinque o sei ore che sono in città, e le ho passate borbottando e sonnecchiando a teatro.
      – Anch’io sono stato a teatro – dissi. – Al Covent Garden. Che magnifica rappresentazione, Steerforth!
      Steerforth si mise a ridere cordialmente.
      – Mio caro piccolo Davy – disse, battendomi sulla spalla – sei una vera margheritina. La margheritina dei campi, la mattina, è meno fresca di te. Anch’io sono stato al Covent Garden, e non ho visto mai uno spettacolo più stupido. Ehi, qui!
      Questo era rivolto al cameriere, che aveva osservato, in distanza, e con molta attenzione, il nostro incontro, e si fece innanzi molto rispettosamente.
      – Dove hai messo il mio amico Copperfield? – disse Steerforth.
      – Bene, signore – disse il cameriere, con accento di scusa – per ora il signor Copperfield è al numero quarantaquattro.
      – E come ti viene in mente – ribatté Steerforth – di andare a cacciare il signor Copperfield in un buco sopra una stalla?
      – Non sapevo, signore – rispose il cameriere sempre in tono di scusa – che il signor Copperfield ne facesse caso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





Copperfield Al Covent Garden Steerforth Davy Covent Garden Copperfield Steerforth Copperfield Steerforth Copperfield Copperfield