.. e tu le piacerai, certamente.
– Di questo vorrei esser così sicuro, come tu gentilmente dici di essere.
– Oh! – disse Steerforth – chiunque vuol bene a me ha su lei un diritto che vien certamente riconosciuto.
– Allora sarò subito nelle sue migliori grazie – dissi.
– Bene! – disse Steerforth – vieni a farne la prova. Andremo per un paio d’ore a vedere le curiosità cittadine... sarà un piacere mostrarle a un individuo del tuo candore, Copperfield... e poi prenderemo la diligenza di Highgate.
Mi pareva di sognare, e avevo paura di svegliarmi nel numero quarantaquattro, per poi andare a rioccupare la tavola solitaria della sala del caffè, servita da un cameriere poco rispettoso. Dopo che ebbi scritto a mia zia e le ebbi narrato del felice incontro col mio vecchio compagno di scuola, e dell’accettazione dell’invito da lui fattomi, ci recammo, in una vettura, a vedere un panorama e altre cose singolari, e quindi a fare un giro nel Museo, dove non potei fare a meno dall’osservare quante cose Steerforth sapesse, in una infinita varietà di soggetti, e il poco conto che pareva facesse della sua dottrina.
– Tu meriterai la laurea d’onore a Oxford, Steerforth – io dissi – se già non l’hai, e si avranno tutte le ragioni d’esser orgogliosi di te.
– Io la laurea d’onore – esclamò Steerforth – no, no, mia cara Margheritina... ti dispiace se ti chiamo Margheritina?
– Niente affatto – dissi.
– Sei un bravo ragazzo! Mia cara Margheritina – disse Steerforth, ridendo – io non ho la minima voglia né la minima intenzione di segnalarmi in quella maniera.
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