Per un piccolo alterco fra lei e Steerforth, a proposito d’una mossa al giuoco di dama, ella mi parve fremere di collera; e vidi la cicatrice disegnarsi come quell’antica scritta sul muro in quel banchetto famoso.
Non mi meravigliai affatto dell’entusiasmo della signora Steerforth per il figlio. Pareva ch’ella non potesse parlare o pensare a null’altro. Mi mostrò il ritratto di lui bambino, in un medaglione, con un ricciolo dei suoi capelli d’allora; e mi mostrò il ritratto di come era quando io l’avevo conosciuto la prima volta: e sul petto portava il ritratto di come egli era in quei giorni. Tutte le lettere ch’egli le aveva scritte, ella le custodiva in uno scaffaletto presso la sua poltrona accanto al fuoco; e me ne avrebbe lette alcune, e anche a me sarebbe piaciuto sentirle, se egli non si fosse interposto, stornandola da quel proposito.
– M’ha detto mio figlio che l’avete conosciuto la prima volta dal signor Creakle – disse la signora Steerforth, mentre io e lei stavamo presso un tavolino, e gli altri due giocavano a dama su un altro. – Veramente, mi ricordo, ch’egli mi parlò allora d’un ragazzo più piccolo di lui al quale aveva preso a voler bene; ma il vostro nome, come è facile immaginare, m’era uscito di mente.
– Fu pieno di generosità e di bontà per me in quei giorni, vi assicuro, signora – io dissi – e allora avevo proprio bisogno d’un amico simile. Sarei stato veramente calpestato, senza di lui.
– Egli è sempre generoso e nobile – disse la signora Steerforth, con orgoglio.
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