– Adesso ricordo! Minnie cara, ricordi? Ah sì, sì! Si trattava d’una signora, non è vero?
– Mia madre – soggiunsi.
– Sì, sì – disse Omer, toccandomi la sottoveste con l’indice – e anche d’un bambino. Si trattava di due persone. La piccola fu messa nella stessa bara della grande. Sì, sì, a Blunderstone. Ricordo! E come siete stato d’allora?
– Benissimo – gli dissi, augurando lo stesso di lui.
– Oh! non ho da lagnarmi veramente – disse Omer. – Il fiato mi diventa corto, ma quando s’invecchia, di rado s’allunga. Prendo la vita come viene, e tiro innanzi. È il miglior modo, del resto, non è vero?
Omer tossì di nuovo, dopo uno scoppio di risa, e la figlia, che faceva danzare il bimbo sul banco accanto a noi, gli venne in soccorso.
– Sì, sì – disse Omer. – Sì, certo. Due persone! Ebbene, fu in quella passeggiata, lo credereste? che si fissò il giorno del matrimonio di Minnie. «Fissate il giorno, signore» – dice Joram. – «Sì, sì, fissalo, papà», diceva Minnie. Ed ora è mio socio. Ed eccolo qui, il più piccolo!
Minnie rideva, e si sfiorava con la mano i capelli in due bande sulle tempie, mentre il padre metteva un dito nella manina del bimbo che danzava sul banco.
– Due persone, è vero! – disse Omer, scuotendo il capo al ricordo – proprio così. E Joram in questo momento lavora a una cassa con borchie d’argento, ma non di questa misura – la misura del bambino sul banco – un due pollici meno. Volete prendere qualche cosa?
Lo ringraziai, ma rifiutai.
– Un momento – disse Omer – la moglie di Barkis il vetturale.
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