Nulla di più vero.
Barkis volse gli occhi su me, come in attesa del mio consenso a questa sua considerazione maturata in letto; e glielo diedi.
– Nulla di più vero – ripeté il signor Barkis – un povero diavolo come me se ne accorge quando è malato. Non sono povero forse?
– Mi dispiace di apprenderlo, Barkis.
– Sono poverissimo, è la verità – disse Barkis.
A questo punto la destra uscì pianamente e debolmente di sotto la coperta, e, dopo qualche sforzo inutile, riuscì ad abbrancare un bastone appeso al letto. Dopo aver un po’ urtato di qua e di là con quello strumento, mostrando nel viso una varietà di espressioni disperate, urtò contro un baule, un’estremità del quale avevo scorto da tempo.
Allora il viso gli si ricompose.
– Dei panni vecchi – disse Barkis. – Oh! – esclamai.
– Vorrei che fosse denaro, signore – disse Barkis.
– Lo vorrei anch’io veramente – dissi.
– Ma non è denaro – disse Barkis, spalancando gli occhi più che gli era possibile.
Dissi che n’ero assolutamente persuaso, e Barkis volgendo gli occhi più gentilmente alla moglie, disse:
– Clara Peggotty-Barkis è la migliore e la più utile delle donne. Clara Peggotty-Barkis merita tutte le lodi che si possa farle e anche di più. Mia cara, vuoi preparare un buon desinare oggi, per la compagnia; qualche cosa di buono da mangiare e da bere, no?
Avrei protestato contro questa non necessaria dimostrazione in mio onore, ma non osai, vedendo al lato opposto Peggotty ansiosa di sentirmi accettare. Così non dissi nulla.
– Ho qualche soldo in qualche parte, mia cara – disse Barkis – ma ora sono un po’ stanco.
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