– Se voi due signori... signori grandi ora, e che signori!... – disse il pescatore Peggotty.
– Sì, sì – gridò Cam. – Ben detto! Proprio così. Signorino Davy... signori grandi... proprio così.
– Se voi due signori, signori grandi – disse il pescatore Peggotty – non mi scuserete per questo mio stato, quando saprete come stan le cose, vi chiederò io scusa. Emilia, mia cara... Ella sa che debbo dire – qui là sua gioia proruppe di nuovo – ed è scomparsa. Sposina disse – alla signora Gummidge – vuoi avere la bontà di andare a veder dove s’è cacciata?
La signora Gummidge disse di sì, e scomparve.
– Se questo non è – disse il pescatore Peggotty – il più bel giorno della mia vita, io sono un’ostrica, e cotta anche... e non dico altro. Ecco l’Emilietta, signore – in un bisbiglio a Steerforth – quella che avete visto poco fa tutta rossa...
Steerforth non fece che un cenno con la testa; ma con un compiacimento e un interesse così vivi, che quegli gli rispose come se avesse parlato.
– Certo – disse il pescatore Peggotty. – È lei, ed è proprio così. Grazie, signore...
Cam mi fece cenno parecchie volte, come per voler dire la stessa cosa…
– Questa è la nostra Emilietta – disse il pescatore Peggotty – ed è stata in casa nostra tutto ciò che per una casa (io sono ignorante, ma così credo) può essere una creatura così bella. Non è mia figlia; non ho avuto mai figli; ma non potevo volerle più bene. Voi mi capite. Non potevo volergliene di più.
– Lo capisco benissimo – disse Steerforth.
– Io vi conosco, signore – rispose il pescatore Peggotty – e vi ringrazio di nuovo.
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