– Ora potete andare. Steerforth (come si dice in tribunale), e se il signor Copperfield vuol prendere il vostro posto, saprò accontentarlo.
– Che dici, Margheritina? – chiese Steerforth, ridendo e cedendomi la sedia. – Vuoi abbellirti?
– Grazie, signorina Mowcher, questa sera no.
– Non dite di no – rispose la donnina guardandomi con l’aria di un conoscitore; – un po’ più di sopracciglia?
– Grazie – risposi – un’altra volta.
– Volete che ve le trasporti mezzo quarto di pollice verso le tempie? – disse la signorina Mowcher. – Si può farlo in una quindicina di giorni.
– No, grazie. Non ora.
– E non volete un ciuffettino? – mi sollecitò. – No? Allora mettiamo le basi d’un bel paio di basette. Su!
Non potei fare a meno dall’arrossire mentre rifiutavo, perché sentivo, che ella mi aveva toccato nel debole. Ma la signorina Mowcher, comprendendo che in quel momento non ero disposto a nessuna specie di decorazione nell’ambito della sua arte, e che ero, per allora almeno, a prova di bomba contro le blandizie della boccettina ch’ella teneva alta innanzi a un occhio per dar forza ai suoi argomenti, mi disse che ci saremmo rivisti al più presto, e invocò l’aiuto della mia mano per discendere da quell’alto picco. Grazie al mio ausilio, saltò con molta agilità, e cominciò a legarsi il doppio mento nei nastri del cappellino.
– Vi debbo... – disse Steerforth.
– Cinque scellini soli – rispose la signorina Mowcher – ed è quasi per nulla, galletto mio. Non sono una pazzerellona, signor Copperfield?
Risposi cortesemente: «Ma niente affatto». Pure, quando la vidi gettare in aria la moneta come un prestidigitatore, acchiapparla, farla cadere in tasca, e battervi su la mano con un forte schiocco, mi dissi che era proprio così.
| |
Copperfield Margheritina Steerforth Vuoi Mowcher Mowcher Mowcher Steerforth Mowcher Copperfield
|