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      Mi disse che ciò ch’essa mi aveva detto di trovarsi di qua e di là e da per tutto, rispondeva perfettamente al vero; perché faceva dei viaggetti in provincia, e sembrava trovasse dei clienti per ogni dove, e conoscesse tutti. Gli chiesi qual fosse il carattere di lei: se maligno, o in generale disposto ad apprezzare il lato buono delle cose; ma non riuscendo a ottenere una risposta a due o tre domande di questo genere, vi rinunziai o dimenticai di ripeterle. Egli mi disse invece, con gran rapidità, molte cose sull’abilità e i lucri della signorina Mowcher; e che finalmente ella sapeva applicare scientificamente le coppette, se mai mi fossi trovato in necessità di servirmi di lei per quel genere di operazione.
      Ella formò l’argomento principale dei nostri discorsi per tutta la serata; e quando ci separammo per andare a letto, Steerforth mi chiamò dal pianerottolo mentre me ne andavo, per gridarmi «Bunsuar».
      Mi sorprese, arrivando a casa di Barkis, di trovar Cam che passeggiava su e giù innanzi alla porta, e anche più d’apprender da lui che l’Emilietta era lì dentro. Io naturalmente chiesi perché non fosse entrato anche lui, invece di star lì a fare la sentinella.
      – Perché, vedete, signorino Davy – egli soggiunse con una certa esitazione – l’Emilia deve parlare con una persona.
      – Sarebbe – dissi io sorridendo – una ragione di più per entrare anche tu, Cam.
      – Bene, signorino Davy, in altri casi sarebbe così – egli rispose; – ma vedete, signorino Davy – disse, abbassando la voce – si tratta d’una ragazza.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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