– Non sono stata qui quasi una settimana, mio caro, senza pensare anche a questo – ella rispose. – S’appigiona un appartamentino nell’Adelphi, Trot, e ti dovrebbe convenire a meraviglia.
Con questa breve introduzione, trasse di tasca un annuncio, diligentemente ritagliato da un giornale, il quale avvertiva che in Buckingham Street nell’Adelphi s’appigionava subito, con vista sul fiume, un bell’appartamentino, singolarmente adatto a un giovine membro d’una delle corporazioni legali, o altro. Prezzo modico. Si poteva anche fissarlo per un mese.
– È quello che ci vuole, zia! – dissi, arrossendo di piacere all’idea d’un appartamento a mia disposizione.
– Allora, andiamo – rispose mia zia, ripigliando immediatamente il cappellino che s’era tolto un minuto prima – andiamo a vederlo.
E uscimmo. L’annuncio ci diceva di rivolgerci alla signora Crupp, e sonammo alla porta il campanello supposto in comunicazione con la signora Crupp. Soltanto dopo aver sonato tre o quattro volte, potemmo indurre la signora Crupp a comunicare con noi. Apparve una donna atticciata con un giacchettino di flanella che finiva sotto una veste di cotone giallo.
– Volete farci vedere quest’appartamentino, signora? – disse mia zia.
– Per questo signore? – disse la signora Crupp, palpandosi in tasca per trovar le chiavi.
– Sì, per mio nipote – disse mia zia.
– È proprio quello che gli ci vuole – disse la signora Crupp.
E salimmo.
L’appartamentino era in alto – un gran vantaggio per mia zia, che poteva in quattro e quattr’otto uscire sul tetto in caso d’incendio – e consisteva d’un’anticamera semicieca dov’era appena possibile distinguere qualcosa, una cucinetta perfettamente cieca, dove non si vedeva assolutamente nulla, un salottino e una camera da letto.
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