– Fui rapito a forza di braccia, – disse Steerforth, – il giorno dopo il mio ritorno a casa. Oh, Margheritina, mi sembra che tu abbia qui un bel ritiro di scapolo impenitente!
Gli feci fare il giro dell’appartamento, non dimenticando, con un certo orgoglio, la cucina, ed egli lo lodò grandemente;
– Sai che ti dico, amico mio? Che di questo tuo appartamentino mi servirò come d’un mio piede a terra in città, finché tu non mi darai lo sfratto.
Era una bella notizia. Gli dissi che se avesse aspettato lo sfratto, avrebbe aspettato fino al giorno del giudizio.
– Ma tu farai colazione con me, – gli dissi, con la mano al campanello, – e la signora Crupp ti farà una tazza di caffè fresco, e io ti cucinerò una fetta di lardo, su un fornellino olandese che ho qui.
– No, no, – disse Steerforth. – Non sonare! Non posso. Debbo andare a colazione con quegli amici miei, discesi all’albergo Piazza in Covent Garden.
– Ma verrai poi a desinare? – dissi.
– Non è possibile, parola d’onore. Figurati con che piacere verrei; ma sono costretto a rimanere con questi due amici. Dobbiamo partire tutti e tre insieme domani mattina.
– Allora, venite tutti e tre da me, – risposi. – Credi che verrebbero?
– Oh, essi verrebbero molto volentieri! – disse Steerforth. – Ma ti disturberebbero. Faresti meglio a venir a desinare tu con noi in qualche parte.
Non volli assolutamente acconsentire a questa proposta, perché m’ero messo in capo di fare una piccola festicciuola d’inaugurazione del mio appartamentino, e non poteva darsi un’occasione migliore di quella.
| |
Steerforth Margheritina Crupp Steerforth Piazza Covent Garden Credi Steerforth
|