Non poteva dir meglio di così. Perché non andavo a darvi un’occhiata? Siccome sarei rimasto, se fossi andato a darvi un’occhiata, precisamente allo stesso punto, rifiutai dicendo: «Facciamo a meno del pesce». Ma la signora Crupp disse: «Non diciamo questo. È tempo d’ostriche. Perché non pigliamo le ostriche?» E fu stabilito di pigliarle. La signora Crupp enumerò poi ciò che poteva particolarmente raccomandare; cioè un paio di polli arrosto – da pigliare dal trattore; un piatto di manzo stufato con contorno di legumi – dal trattore; due piccoli intermezzi, come un pasticcio caldo e un piatto di rognone – dal trattore; una torta (se mi piaceva), una forma di gelatina – dal trattore. Questo, disse la signora Crupp, le avrebbe dato la libertà di concentrar tutta l’anima sua sulle patate, e di preparare a perfezione, com’era nei suoi desideri, il formaggio e i sedani.
Seguii il consiglio della signora Crupp, e andai io stesso dal trattore a fare le ordinazioni. Passeggiando per lo Strand, poi, e osservando, nella mostra d’una bottega di salumaio, certa sostanza dura e screziata, che rassomigliava al marmo, ma che aveva il cartello: «Testa di vitello uso tartaruga», entrai e ne comprai un pezzo che sarebbe bastato, a quanto potei vedere dopo, a più di quindici persone. La signora Crupp, dopo aver opposto qualche difficoltà, acconsentì a scaldare quella preparazione, e la ridusse in uno stato di liquefazione tale, che la trovammo, come disse Steerforth «piuttosto invisibile» per quattro.
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