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      Forse non lo ricordate; ma quando una persona è modesta, signor Copperfield, fa gran conto di simili cose.
      – Ricordo d’averne parlato – dissi – benché allora non lo credessi probabile.
      – Oh! chi mai l’avrebbe creduto possibile, signor Copperfield! – rispose Uriah, con entusiasmo. – Io no, certo. Ricordo d’aver detto con le mie stesse labbra che ero troppo umile. E così mi consideravo veramente e realmente.
      Stava con una smorfia intagliata nel viso a contemplare il fuoco, mentre io lo guardavo.
      – Ma le persone più modeste e umili, signorino Copperfield – ripigliò immediatamente – possono essere strumenti di bene. Son lieto di pensare che son stato strumento di bene per il signor Wickfield, e che potrò esserlo anche di più. Che degno uomo ch’egli è, signor Copperfield, ma com’è stato imprudente!
      – Mi duole d’apprenderlo – dissi. – E non potei fare a meno dall’aggiungere con intenzione: – sotto tutti i rapporti.
      – Proprio così, signor Copperfield – rispose Uriah. – Sotto tutti i rapporti. Specialmente per la signorina Agnese. Voi non ricordate le vostre eloquenti espressioni, signor Copperfield, ma io ricordo che diceste che tutti debbono ammirarla, e che vi ringraziai. Certo l’avete dimenticato, signor Copperfield.
      – No – dissi con secchezza.
      – Oh, come son contento che non ve ne siate dimenticato! – esclamò Uriah. – Pensare che voi foste il primo ad accendere le scintille dell’ambizione nel mio umile petto, e che non ve ne siete dimenticato. Oh!... Mi scuserete se vi chieggo un’altra tazza di caffè?


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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