Esso era molto geloso di me, e s’ostinava ad abbaiarmi contro. Ella se lo prese in braccio – oh, cielo! – e lo carezzò, ma quello non desisteva dai suoi latrati. Non tollerava che io lo toccassi; e allora ella lo batté. Accrebbe di molto le mie sofferenze veder i colpi ch’ella gli dava per castigo sul muso, mentre quello strizzava gli occhi, e le leccava la mano, e continuava a brontolare fra sé come un piccolo contrabbasso. Finalmente s’acchetò – sfido io, con quel mento a fossette di Dora sulla sua testa! – e ci avviammo per andare a vedere una serra.
– Non siete molto intimo con la signorina Murdstone, voi? – disse Dora. – Diletto mio!
(Le due ultime parole erano dirette al cane. Oh, se invece fossero state dirette a me!)
– No – risposi – per nulla affatto.
– Se sapeste come è noiosa! – disse Dora; con una smorfietta. – Chi sa che passava per la testa a papà, quando andò a scegliere una persona così uggiosa per darmi una compagna. Che bisogno ho io d’una protettrice? Non ho bisogno d’avere una protettrice, io. Jip può proteggermi meglio della signorina Murdstone... non è vero, Jip caro?
Esso socchiudeva soltanto gli occhi, quand’ella gli baciava quel suo gomitolo di testa.
– Papà la chiama la mia amica di fiducia; ma io son sicura che non lo è affatto... non è vero, Jip? Io e Jip non siamo così matti d’aver fiducia di una persona che brontola continuamente. Noi intendiamo d’aver fiducia di chi ci pare e piace, e scoprir noi i nostri amici, invece di pigliarceli belli e scoperti.
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