.. non è vero, Jip?
Jip faceva in risposta il rumore d’una teiera che bolle. Quanto a me, ogni parola era un nuovo mucchio di catene che si ribadiva sull’ultima.
– È doloroso, giacché non abbiamo una buona mamma, dover avere invece una vecchia bisbetica e noiosa come la signorina Murdstone, che ci sta sempre alle calcagna... non è vero, Jip? Ma non curartene, Jip. Noi non le accorderemo la nostra fiducia, e staremo più allegri che ci sarà possibile, a suo dispetto, e la faremo stizzire, e faremo il comodo nostro... non è vero, Jip?
Per poco che fosse ancora durato, credo che avrei lasciato cadere le mie ginocchia sulla ghiaia, con la probabilità di scorticarmele, e inoltre di esser messo subito alla porta. Ma per fortuna la serra non era lontana, e in quel momento eravamo arrivati.
Conteneva una bella esposizione di gerani. Noi li passammo in rassegna, e Dora si fermò spesso ad ammirare questa o quella pianta, fermandomi anch’io con lei, ad ammirare quelle ch’ella ammirava. Dora levava su il cane per fargli scherzosamente odorare i fiori; e se non eravamo tutti, e tre nel paese dell’incanto, c’ero certamente io. Anche oggi, l’odore d’una foglia di geranio mi fa domandare, un po’ sul serio, un po’ per scherzo, che cosa a un tratto sia avvenuto in me: e allora veggo un cappello di paglia e dei nastri azzurri, e innumerevoli riccioli, e un cagnolino nero sollevato fra due piccole braccia contro un mucchietto di fiori e di foglie lucenti.
La signorina Murdstone s’era messa in cerca di noi, e ci trovò nella serra.
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Jip Murdstone Jip Jip Jip Dora Murdstone
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