C’è una signorina fra mezzo.
– Signora Crupp? – risposi arrossendo.
– Oh, Dio vi benedica! Fatevi coraggio, signore – disse la signora Crupp, facendo un gesto di consolazione. – Non vi abbattete. Se lei non vi sorride, ne troverete quante ne volete. Voi siete un giovane al quale sorriderebbe qualunque ragazza, se ancora non lo sapete, signor Copperfull.
La signor Crupp mi chiamava sempre signor Copperfull: primo, senza dubbio, perché non era il mio nome; secondo, chi sa per quale misteriosa ragione.
– Che cosa vi fa credere che vi sia qualche signorina fra mezzo, signora Crupp? – dissi.
– Signor Copperfull – disse la signora Crupp, con sentimento; – sono madre anch’io.
Per qualche istante la signora Crupp non poté che metter la mano sul suo seno di cotone giallo, e fortificarsi contro un nuovo assalto del male con frequenti sorsi della medicina. Finalmente parlò di nuovo.
– Quando vostra zia vi prese questo appartamento, signor Copperfull – disse la signora Crupp – le mie parole furono che avevo finalmente trovato qualcuno a cui accudire. «Grazie al Cielo! – furono le mie espressioni – ho trovato qualcuno a cui accudire». Voi non mangiate abbastanza, signore, e neppure bevete.
– E su questo che basate la vostra supposizione? – dissi.
– Signore – disse la signora Crupp, con un tono che si avvicinava alla serietà – ho avuto altri giovani a dozzina prima di voi. Un giovane o si cura troppo d’apparire o si trascura troppo. Non fa altro che pettinarsi e lisciarsi, o non si pettina mai. Porta le scarpe o troppo larghe o troppo strette.
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