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      Caro Creakle!
      – Ti manteneva uno zio, allora? – dissi.
      – Ah, ricordi – disse Traddles – quello al quale sempre dovevo scrivere e al quale non scrivevo mai? Ah, ah, ah! Sì, avevo uno zio, allora. Morì dopo che lasciai la scuola.
      – Proprio. Era un negoziante ritirato, un... come si dice... mercante di stoffe... e m’aveva nominato suo erede. Ma non gli piacqui più, quando crebbi.
      – Ma veramente? – dissi. Lo diceva con tanta tranquillità, che immaginai che avesse intenzione di scherzare.
      – Altro che, Copperfield. Proprio come ti dico – rispose Traddles. – Era una disgrazia... ma io non gli piacevo affatto affatto. Disse che non ero ciò che s’aspettava, e si sposò la governante.
      – E che facesti? – chiesi.
      – Nulla di speciale – disse Traddles. – Stetti con loro aspettando che mi desse una mano a farmi un po’ di strada, ma disgraziatamente la gotta gli salì allo stomaco, è così lui se ne andò al Creatore, lei si sposò un giovane, e io rimasi con un pugno di mosche.
      – Non ti lasciò assolutamente nulla, Traddles?
      – Qualche cosa – disse Traddles: – cinquanta sterline! Siccome fino allora non avevo mirato a nessuna professione in particolare, non sapevo in principio che cosa fare, così solo. Però con l’aiuto del figlio d’un avvocato, ch’era stato a Salem House, Yawler, quello col naso storto... lo ricordi?
      – No. Non era stato con me. Tutti i nasi erano dritti al mio tempo.
      – Non importa – proseguì Traddles. – Cominciai, raccomandato da lui, a copiare documenti. Ma non guadagnavo gran che, e mi misi a fare estratti e riassunti di processi e cose simili.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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