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      Tu sei a cognizione che vi sono stati periodi, nei quali mi fu necessario sostare finché non fossero avvenuti certi eventi non inattesi; periodi nei quali mi fu d’uopo di tornare indietro, prima di fare ciò che, confido, non mi farà accusare di presunzione se chiamo... un salto. Il momento attuale è una di quelle importanti fasi nella vita d’un Uomo. Tu mi trovi tornato indietro per spiccare un salto; e ho ogni ragione di credere che un vigoroso balzo ne sarà fra breve il risultato.
      Gli stavo esprimendo la mia soddisfazione, quando entrò la signora Micawber; un po’ meno pulita di quel che soleva essere una volta, se non m’ingannarono gli occhi, non più avvezzi a vederla; ma pure non del tutto trascurata per una visita, e con le mani infilate in un paio di guanti marrone.
      – Mia cara – disse il signor Micawber, conducendola verso di me. – Ecco un signore di nome Copperfield, che desidera rinnovare la sua conoscenza con te.
      Per quel che accadde, sarebbe stato meglio che l’annunzio fosse stato dato con maggior tatto; perché la signora Micawber, cagionevole di salute, ne fu sopraffatta, e si sentì così male, che il signor Micawber fu costretto a correre, in gran trepidazione, al tino dell’acqua piovana nel cortile, per attingerne un catino da lavarle la fronte. Ella subito si rimise, però, e fu veramente lieta di vedermi. Ci trattenemmo in conversazione una mezz’ora tutti insieme; e io le chiesi notizie dei gemelli, che ella mi disse, erano divenuti dei «pezzi di figlioli», e del signorino e della signorina Micawber, che mi descrisse come addirittura dei «giganti», ma che non mi furono mostrati in quell’occasione.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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