Il signor Micawber voleva assolutamente che rimanessi a desinare con lui. Non sarei stato mal disposto ad accettare, ma mi parve scorgere nell’occhio della signora Micawber qualche inquietudine relativa alla quantità di carne fredda tenuta in serbo. Perciò allegai d’avere un appuntamento altrove, e osservando che lo spirito della signora Micawber s’era immediatamente rasserenato, resistei a tutte le insistenze che mi furono fatte perché accettassi.
Ma dissi a Traddles e al signore e alla signora Micawber, prima di lasciarci, che dovevano fissare un giorno nel quale venire a pranzo con me. Per le occupazioni di Traddles fu necessario stabilire una data alquanto lontana; un appuntamento che conveniva a tutti fu preso, e soltanto allora mi congedai.
Il signor Micawber, col pretesto di indicarmi una via più breve di quella già fatta per recarmi fin lì, mi accompagnò fino all’angolo; ansioso com’era (così mi spiegò) di dire poche parole in confidenza a un vecchio amico.
– Mio caro Copperfield – disse il signor Micawber – è necessario appena dirti che avere sotto il nostro tetto, nelle attuali circostanze, una mente come quella che raggia... se mi può esser permessa l’espressione... che raggia... nel tuo amico Traddles, è un conforto indicibile. Con una lavandaia che abita nella porta attigua, e mette in vendita i croccanti nella finestra del salottino, e una guardia di Bow Street di fronte, puoi figurarti se la sua compagnia non sia una fonte di consolazione per me e mia moglie. Io sono ora, mio caro Copperfield, occupato a vendere il grano dei mercanti di campagna.
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