All’ora stabilita, i miei tre ospiti arrivarono insieme: il signor Micawber con un solino più abbondante dell’usuale, e un laccio nuovo all’occhialetto; la signora Micawber col cappellino in un pacchetto di carta grigia; Traddles col pacchetto e la signora Micawber a braccetto. Tutti e tre si mostrarono incantati innanzi allo specchio, ed ella vide i grandi preparativi fatti per lei, si mostrò così entusiasta che gridò al signor Micawber di andare a vedere.
– Mio caro Copperfield – disse il signor Micawber – c’è veramente della sontuosità. È un modo di vivere che mi ricorda il periodo in cui anch’io ero scapolo, e la signora Micawber non era ancora stata sollecitata a impegnar la sua fede sull’altare d’Imeneo.
– Egli intende non ancora sollecitata da lui, signor Copperfield – disse la signora Micawber, finemente. – Non può parlare per gli altri.
– Mia cara – rispose il signor Micawber con improvvisa gravità – non ho alcuna voglia di parlare per gli altri. So troppo bene che quando negl’imperscrutabili decreti del Fato tu mi fosti riservata, potesti forse esser riservata a chi era destinato, dopo una lotta prolungata, a cader finalmente vittima di arenamenti pecuniarî di complicata natura. Comprendo la tua allusione, amor mio. Mi fa male, ma te la perdono.
– Micawber! – esclamò la signora Micawber, in lagrime. – Questo ora mi merito. Io che non t’ho abbandonato mai, che non t’abbandonerò mai, Micawber!
– Amor mio – disse il signor Micawber, molto commosso, – tu perdonerai, e il nostro vecchio e provato amico Copperfield vorrà perdonare, la momentanea lacerazione di uno spirito ferito, reso sensibile da un recente scontro con uno scheletro del potere.
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