Perché a quel punto ci fu la catastrofe. Il cosciotto di castrato fu portato su molto rosso di dentro, e pallidissimo di fuori; e tutto cosparso, inoltre, d’una sostanza sabbiosa, come se avesse fatto un tuffo nelle ceneri del ragguardevole focolare della cucina. Ma non eravamo in grado di giudicarlo dall’aspetto del sugo, giacché la «ragazzina svelta» era andata riversandolo sulla scala – dove esso rimase, per dirla di sfuggita, in una lunga striscia che il tempo si diede la cura di cancellare. Il pasticcio di piccione non era cattivo, ma era un pasticcio illusorio, con la crosta simile a una testa che non mantiene ciò che promette, frenologicamente parlando: tutto escrescenze e bernoccoli, ma con nulla di speciale dentro. Insomma, il banchetto fu un tale insuccesso che mi sarei sentito assolutamente infelice – per l’insuccesso, intendo, perché infelice per Dora ero già – se non fossi stato confortato dal gran buon umore della compagnia, e da un consiglio luminoso del signor Micawber.
– Mio caro Copperfield – disse il signor Micawber – delle disgrazie accadranno sempre nelle famiglie meno ordinate; e nelle famiglie non ordinate da quella penetrante influenza che santifica mentre solleva il... un... voglio dire, insomma, dall’influenza della donna, nel suo sublime carattere di moglie, esse debbono attendersi con certezza ed esser sopportate con filosofia. Se mi permetti la libertà di osservare che vi sono pochi commestibili migliori d’un arrosto alla diavola, e che credo, con una piccola divisione del lavoro, di poterne fare uno ottimo; sol che la giovine persona che ci serve ci procuri una graticola, ti garantirei che a questa piccola disgrazia si può facilmente metter riparo.
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Dora Micawber Copperfield Micawber
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