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      La signora disse che non ne voleva più che due dita sole; ma noi non glielo potemmo permettere, e le presentammo un bicchiere colmo.
      – Siccome qui siamo tutti fra amici, signor Copperfield – disse la signora Micawber, sorseggiando il ponce – e il signor Traddles fa oramai parte della famiglia, mi piacerebbe di sentire il vostro parere sulle speranze di mio marito. Perché il commercio dei grani – disse la signora Micawber, procedendo all’atto dimostrativo – come ho sempre detto al signor Micawber, può esser signorile, ma non è remunerativo. Una percentuale che arriva a due scellini e nove pence in una quindicina non può, per quanto i nostri bisogni sian limitati, considerarsi remunerativa.
      Su questo eravamo tutti d’accordo.
      – Allora – disse la signora Micawber, che si vantava d’avere un’idea pratica delle cose, e di guidare con la sua femminile saggezza sulla retta via il signor Micawber, tutte le volte ch’egli accennava a sviarsi un poco – allora io mi faccio questa domanda. Se non si può contare sul grano, bisogna contare su che cosa? Bisogna contare sul carbone? Per null’affatto. Consigliati dalla mia famiglia, abbiamo già fatto questo esperimento, e non ci è riuscito.
      Il signor Micawber, appoggiato alla spalliera della sedia, con le mani in tasca ci guardava di sbieco, e faceva di sì con la testa, come per dire che la cosa era chiarissimamente esposta.
      – Se le merci grano e carbone – disse la signora Micawber, con piglio dimostrativo più grave – sono entrambe fuori di discussione, signor Copperfield, io mi guardo intorno nel mondo, e dico: «In che cosa una persona che abbia le qualità d’ingegno di mio marito ha probabilità di riuscire?


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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