Ma se le varie case bancarie rifiutano di valersi dell’abilità di mio marito, o rispondono con disprezzo all’offerta dei suoi servigi, a che serve d’insistere su questa idea? A nulla. Quanto a fondare una casa bancaria, posso dire che vi sono persone della mia famiglia che se volessero mettere il loro denaro nelle mani di mio marito, potrebbero fondare un istituto di simil genere. Ma se esse non vogliono mettere il loro denaro nelle mani del signor Micawber... se non vogliono... a che serve? Ne concludo che non siamo d’un passo più innanzi dal punto donde siamo partiti.
Io scossi il capo, e dissi: «Eh, già!»; anche Traddles scosse il capo, e disse: «Eh, già!».
– Che ne deduco? – continuò la signora Micawber, ancora con l’atteggiamento di chi espone un caso con lucidezza. – Qual è la conclusione, mio caro Copperfield, alla quale io sono irresistibilmente condotta? Ho torto se dico che è evidente che noi dobbiamo vivere?
Io risposi: «Tutt’altro!» e Traddles rispose:, «Tutt’altro!», e, dopo, mi trovai solo ad aggiungere saggiamente che si deve o vivere o morire.
– Appunto – rispose la signora Micawber – precisamente così. E il fatto sta, mio caro signor Copperfield, che non possiamo vivere se non accade fra breve qualche cosa di assolutamente diverso dalle presenti circostanze. Ora io son persuasa, e, l’ho già fatto notare parecchie volte a mio marito, che non si può aspettare che le cose accadano così da sole. Dobbiamo, in una certa misura, aiutarle ad accadere. Posso aver torto, ma questa è la mia persuasione.
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