E Traddles e io approvammo con fervore.
– Benissimo – disse la signora Micawber. – Allora che cosa consiglio? Ecco qui mio marito con un gran numero di qualità... con un grande ingegno...
– Veramente, amor mio... – disse il signor Micawber.
– Zitto, caro, lasciami finire. Ecco qui mio marito, con un gran numero di qualità, con un grande ingegno... dovrei dire pieno di genio, ma si direbbe, perché sono sua moglie...
Traddles e io accennammo di no. – Ed ecco qui mio marito senza una posizione o un impiego che gli convenga. Di chi è la responsabilità? Della società indubbiamente. Allora io farei palese questa vergogna, e ingiungerei arditamente alla società di ripararla. Mi sembra, mio caro Copperfield – disse la signora Micawber con energia – che ciò che deve fare mio marito, sia di gettare il guanto alla società, e dire positivamente: «Vediamo chi lo raccoglierà. Che l’avversario si faccia avanti».
Io m’arrischiai di chiedere alla signora Micawber come una cosa simile si potesse fare.
– Mettendo un annuncio – disse la signora Micawber – in tutti i giornali. Mi sembra che ciò che debba fare il signor Micawber, per far giustizia a sé stesso, per far giustizia alla sua famiglia, e arrivo perfino a dire far giustizia alla società, dalla quale è stato finora trascurato, sia di mettere un annuncio in tutti i giornali; di proclamarsi sinceramente così e colì, con queste e quelle qualità, e aggiungere: «Ora impiegatemi a condizioni remunerative, e indirizzate, affrancando, a W. M. Ufficio di posta di Camden Town».
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