S’era fra le dieci e le undici quando la signora Micawber si levò per rimettere il cappello nel pacchetto di carta grigia, e per appuntarsi il cappellino. Il signor Micawber colse il destro mentre Traddles s’infilava il soprabito, per cacciarmi una lettera in mano, bisbigliandomi in fretta che me la leggessi a mio agio. Anch’io colsi il destro, mentre sporgevo una candela oltre la ringhiera a rischiararli nell’atto che signor Micawber andava innanzi, seguito dalla signora Micawber e da Traddles col pacchetto grigio, per trattenere un istante Traddles sul pianerottolo.
– Traddles – dissi, – il signor Micawber non ha cattive intenzioni, povero diavolo; ma, se fossi in te, non gli presterei nulla.
– Mio caro Copperfield – rispose Traddles, sorridendo; – non ho nulla da prestargli.
– Hai il nome, lo sai – dissi.
– Oh! Tu credi che il nome possa prestarsi? – rispose Traddles, con uno sguardo pensoso.
– Certo.
– Oh! – disse Traddles. – Sì, sicuro. Ti ringrazio, Copperfield; ma... temo d’averglielo già prestato.
– Per quella cambiale che sarà un investimento fruttifero? – chiesi.
– No – disse Traddles. – Non per nulla. Di questa ho sentito ora parlare per la prima volta. Ho pensato che con tutta probabilità me ne parlerà ora, per strada. Si tratta di un’altra.
– Spero che non ci sia pericolo – dissi.
– Speriamo – disse Traddles. – Credo di no, anzi, perché appunto l’altro giorno mi disse che aveva provveduto. Fu l’espressione del signor Micawber: «Provveduto».
Siccome il signor Micawber levava in quel momento gli occhi verso di noi, io ebbi appena il tempo di ripetere l’avvertimento.
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