Pensai più d’una volta che era una fortuna che nessuna ragione grave di dissidio li avesse mai divisi; altrimenti quelle creature – dovrei piuttosto dire quelle due gradazioni della stessa natura – si sarebbero potute riconciliare più difficilmente di due caratteri assolutamente opposti. Ma debbo confessare che questa idea non era stata formulata dal mio discernimento, ma dalle parole di Rosa Dartle.
Ella disse a desinare:
– Oh! Ma ditemi, però, qualcuno di voi... ci ho pensato tutto il giorno, e vorrei sapere.
– Vuoi sapere che cosa, Rosa? – rispose la signora Steerforth. – Te ne prego, Rosa, non esser così misteriosa.
– Misteriosa! – esclamò. – Veramente? Mi giudichi misteriosa?
– Non ti supplico continuamente – disse la signora Steerforth – di parlar chiaramente, nella tua maniera naturale?
– Oh, allora non è questa la mia maniera naturale! – ella soggiunse. – Ora tu devi avere pazienza, perché non domando che per imparare. Noi non ci conosciamo mai bene.
– È diventata una seconda natura – disse la signora Steerforth, senza il minimo segno di rimbrotto; – ma ricordo, e anche tu lo devi ricordare, credo, che i tuoi modi erano diversi, e non così circospetti, e più fiduciosi.
– Certo hai ragione – ella rispose; – e così si seguono le cattive abitudini. Veramente! Meno circospetti e più fiduciosi. Chi sa perché mi son cambiata. Veramente, è strano. Debbo cercare d’essere come una volta.
– E spero che vorrai – disse la signora Steerforth, con un sorriso.
– Oh, veramente cercherò, vedrai!
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