Invece era Cam, solo. La pioggia s’era fatta più violenta, dopo il mio arrivo, ed egli entrò con un gran cappello di tela incerata abbassato sul viso.
– E l’Emilia? – disse il pescatore Peggotty. Cam fece un cenno col capo, come per indicar ch’era rimasta fuori. Il pescatore Peggotty prese la candela dalla finestra, la smoccolò, la rimise sulla tavola, e poi prese ad attizzare il fuoco, mentre Cam., che non s’era mosso, diceva:
– Signorino Davy, volete venire un istante fuori, perché io e l’Emilia abbiamo una cosa da mostrarvi?
Uscimmo. Quando gli fui a fianco, presso la porta, m’avvidi, con meraviglia e terrore, ch’egli era mortalmente pallido. Mi spinse in fretta all’aperto, e chiuse la porta dietro noi due. Soltanto dietro noi due.
– Cam! Che c’è?
– Signorino Davy...
O povero cuore infranto, che amare lagrime versava!
Ero paralizzato allo spettacolo di quel dolore. Non so che pensassi o che temessi. Non potevo far altro che guardare Cam.
– Cam, amico mio. Per l’amor del Cielo, dimmi ché è stato?
– La mia cara Emilia, signorino Davy, l’orgoglio e la speranza del mio cuore, per la quale avrei dato la vita e la darei ancora, è scomparsa.
– Scomparsa?
– Emilia è fuggita! Oh, signorino Davy, pensate come è fuggita, se io prego Iddio misericordioso di farla morire, lei che amo sopra ogni cosa, piuttosto che lasciar che si disonori e si perda.
Il viso ch’egli rivolse al cielo carico di nubi, il tremito delle mani strette insieme, l’angoscia di tutta la sua persona rimangono nel mio ricordo ancora congiunti a quella pianura solitaria.
| |
Cam Emilia Peggotty Peggotty Cam Davy Emilia Davy Cam Cielo Emilia Davy Davy Iddio
|