Alla fine, stornò lentamente gli occhi dal mio viso, come se uscisse da un sogno, e li girò per la camera. Poi disse, sottovoce:
– Chi è? Voglio saper come si chiama. Cam mi guardò. Io mi sentii subito percosso da un colpo che mi fece retrocedere.
– Voi sospettate qualcuno – disse il pescatore Peggotty: – chi è?
– Signorino Davy – implorò Cam – uscite un istante, e lasciatemi dirgli ciò che ho da dirgli. Bisogna che voi non sappiate, signore.
Sentii di nuovo lo stesso colpo. Mi lasciai cader su una sedia e tentai di parlare; ma avevo la lingua incatenata e gli occhi che non vedevan più.
– Voglio saper come si chiama – udii ancora una volta.
– Da qualche tempo – balbettò Cam – ha gironzato qui attorno un domestico. Ve stato anche un signore. Essi erano d’accordo.
Il pescatore Peggotty stava nello stesso atteggiamento di prima, ma ora fissava Cam.
– Il domestico – continuò Cam – fu veduto insieme con la nostra povera ragazza... ieri sera. Era nascosto in questi dintorni da circa una settimana. Si credeva che fosse partito, ma era nascosto. È meglio che usciate, signorino Davy.
Sentii il braccio della mia Peggotty cingermi il collo, come per condurmi via; ma non mi sarei mosso, anche se la casa avesse dovuto cadermi addosso.
– Questa mattina, quasi prima dell’alba, è stata vista sulla strada di Norwich una carrozza sospetta – continuò Cam. – Il domestico vi andava e tornava continuamente. Quando egli vi andò per l’ultima volta, Emilia era con lui. L’altro era dentro. Ed è lui.
– Per l’amor di Dio – disse il pescatore Peggotty, con un movimento all’indietro, e stendendo la mano come per allontanare ciò che temeva, – non mi dite che si chiama Steerforth.
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